Unione di trasferimento anche comunità di trasferimento (unione di trasferimento)
Nella primavera del 2010, un nome diffuso e insinuante in relazione all’istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilizzazione e agli aiuti alla Grecia, che era vicina alla bancarotta nazionale, e poi solo un anno dopo anche al Portogallo e ad altri membri della zona euro. – Un pilastro essenziale dell’Unione Monetaria Europea era il principio secondo cui nessuno Stato membro doveva essere responsabile per i debiti di un altro. Tale clausola di non salvataggio è esplicitamente prevista dall’articolo 125 del TFUE. Inoltre, ogni membro era tenuto ad agire in modo equo nei confronti della moneta comune. Attraverso gli aiuti, come nel caso di Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro e altri, gli incentivi vengono fissati in modo sbagliato: la disciplina di bilancio viene attenuata. Invece della solidarietà nei confronti della moneta comune – con l’euro la Grecia ha ricevuto denaro stabile e un livello di tassi d’interesse basso, prima sconosciuto, per la prima volta nella sua storia dopo molti decenni – si fa affidamento sulla disponibilità a fare sacrifici da parte dei cittadini degli altri Stati membri che rispettano le regole del trattato. – L’obiezione spesso sollevata secondo cui l’UE è già un’unione di trasferimento è ovviamente falsa. Questo perché i trasferimenti tra Stati membri, come i pagamenti agricoli, sono definiti con precisione in termini di finalità e limitati in termini di importo. Secondo il Trattato dell’UE, i trasferimenti dovuti a deficit di bilancio eccessivi in un Paese o – cosa solitamente associata a questo – alla perdita di competitività non sono soggetti ad alcun obbligo di pagamento da parte degli altri membri. Inoltre, è un dato di fatto che tali sviluppi indesiderati portino a uno slancio, per molti aspetti incontrollato, con forze motrici sempre più forti. Ben presto si raggiunge un livello tale da incidere sensibilmente sul tenore di vita delle popolazioni dei Paesi donatori. Questo porterà al potere politico i partiti che hanno scritto un’uscita nel loro programma („Europa – non così!“). – Vedi svalutazione, bilancio, bail-in, banca centrale, bail-out, unione bancaria, condivisione del rischio, gioco delle colpe, divieto di finanziamento del deficit, strumento di risoluzione delle crisi bancarie, fondo europeo di risoluzione, meccanismo europeo di stabilizzazione, esplosione dell’UEM, caduta del peccato della BCE, sacrificio dell’oro, crisi greca, pressione dei pari, mania di Helleno, crisi irlandese, Neuro, policy clamp, crisi del Portogallo, salvataggio, bailout, club del debito, droga del debito, limite del sette per cento, solidarietà, finanziario, conto bloccato, bond sovrani, Patto di stabilità e crescita, meccanismo di stabilizzazione, europeo, prelievo patrimoniale, fedeltà al trattato, legame debito-produttività, fatto crescita-debito, storico. – Cfr. Relazione mensile della Deutsche Bundesbank del maggio 2010, pag. 12 e segg. (sulle garanzie nel corso del Meccanismo europeo di stabilizzazione), Relazione mensile della Deutsche Bundesbank del novembre 2010, pag. 11 e segg. (gli aiuti corrispondenti devono essere preceduti da misure di consolidamento credibili da parte dei Paesi problematici), Relazione mensile della Deutsche Bundesbank dell’agosto 2011, pag. 66 e segg. (serie riserve sulla marcia indiretta verso un’unione dei trasferimenti).
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Professore universitario Dr. Gerhard Merk, Dipl.rer.pol., Dipl.rer.oec.
Professor Dr. Eckehard Krah, Dipl.rer.pol.
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